SISMABONUS, IL CAOS DELLE COMPETENZE
L’epoca dei Pico della Mirandola è finita da centinaia d’anni. L’utopica convinzione che un solo uomo potesse apprendere, comprendere, sintetizzare e servirsi di tutto lo scibile umano, si è scontrata con l’evoluzione, e la conseguente complessità, di tutte le discipline, da quelle umanistiche a quelle scientifiche.
Specializzarsi, quindi, è stata, ed è, una necessità.
Per il legislatore italiano, però, non pare esserlo, specie nelle discipline scientifico-tecnologiche, dove si concede, perché di mera concessione si tratta, a chi non ha competenza alcuna, di esercitare una professione al pari di chi quelle competenze le ha acquisite seppellendosi sui libri, studiando, approfondendo, aggiornandosi, facendo propria la materia.
È di questi giorni la notizia che geometri e periti industriali, persino geometri e periti industriali, potranno redigere e progettare secondo le recenti linee guida per la sismica e il sismabonus, benché in ambiti ristretti ricadenti all’interno della categoria di “intervento locale”.
Non si dubita della capacità di comprensione della materia di geometri e periti, ma delle competenze di base degli stessi: tralasciando discipline specifiche come la geotecnica o la sismica, fondamentali in questo campo, ci si domanda se sappiano esplicitare una equazione differenziale di una funzione d’onda, la base senza la quale non si può neppure immaginare di pensare di avvicinarsi alla sismica.
Le competenze di base, acquisite con anni di studio, sono complesse, sempre più complesse, e le loro applicazioni tecnologiche necessitano di sempre più specializzazione.
Se le premesse sono queste, ossia non definire chi ha competenze e titoli per trattare materie così complesse (e si badi bene che questa piaga, così la si può definire, non riguarda solo l’ambito edilizio), o meglio, concedere ad altri professionisti con specifiche competenze di allargare il loro campo d’azione, difficilmente i monumentali problemi del patrimonio immobiliare italiano saranno efficacemente risolti in tempi accettabili.
Pico della Mirandola rimane un caposaldo dell’Umanesimo, ma oggi risulterebbe al massimo un formidabile nozionista, capacissimo di districarsi in diverse discipline, ma senza davvero conoscerne neppure una realmente e a fondo.